Il sassofonista e compositore Roscoe Mitchell, leader storico dell’Art Ensemble of Chicago, in concerto insieme con Michele Rabbia e Gianni Trovalusci
In un'epoca in cui il termine “evento” sovrabbonda inutilmente sulle bocche e sui post degli stolti, eccone uno vero, per più d'un motivo legato ad una storia che oltre alla celebrazione, nel contemporaneo ha ancora le sue motivazioni: grazie all'Associazione Alessandro Scarlatti, al teatro Sannazaro di Napoli arriva il sassofonista e compositore Roscoe Mitchell, in concerto insieme con Michele Rabbia (percussioni ed elettronica) e Gianni Trovalusci (flauti).
Improvvisazione o composizione istantanea?
La stagione della Scarlatti vede dunque il passaggio dal Bach dell'inaugurazione al free jazz del leader storico dell’Art Ensemble of Chicago: se a prima vista può sembrare un salto arduo, a noi sembra che invece il collegamento sia incredibilmente lineare, se ricordiamo quanto fondamentale fosse il concetto stesso di improvvisazione nella musica del XVII secolo, di cui Bach stesso era interprete eccezionale.
Quello che cambia magari è la trasformazione, dalla complessità e dalla struttura, all'assenza di scrittura tipica del free jazz, che anzi di questo ha fatto una bandiera anche rispetto alle abitudini del jazz “precedente” abolendone schemi formali ed elementi obbligati.
La critica e gli stessi musicisti hanno evidenziato nel tempo qualche differenza fra improvvisazione e composizione istantanea, argomento di valore minore tuttavia rispetto al quadro generale, che parte dai movimenti dei diritti civili degli anni '60 legati in particolare alla cultura Afro-Americana ed al territorio fra New York e Chicago.
Mitchell in questo ambiente è stato sperimentatore radicale, disegnando una traiettoria limpida nel travalicare i generi, con una capacita di ricerca continua ed una onestà intellettuale assoluta; una delle prove è che delle sue improvvisazioni, le trascrizioni che ha fatto per grandi orchestre e gruppi musicali sono eseguite oggi con notevole applicazione.
E la sua apparizione a Napoli non è stata fugace: nei giorni precedenti il concerto del 25 ottobre, l'artista ha partecipato ad un seminario al Conservatorio San Pietro a Majella per gli studenti del Dipartimento di jazz, ed alla presentazione del libro di Paul Steinbeck “Grande Musica Nera- Storia dell’Art Ensemble of Chicago”, assieme al direttore artistico dell’Associazione Scarlatti Tommaso Rossi.
Suoni extra-ordinari
I due compagni di viaggio del mostro sacro Roscoe Mitchell sono eccellenti sperimentatori, assai attivi nella musica contemporanea e nell'improvvisazione, ed hanno offerto un grande impatto di con-sonanza per la creazione di suoni straordinari, nel senso di extra-ordinari. I loro dialoghi, all'interno di un ascolto oggettivamente non semplice, sono una combinazione di rara tecnica, ed un interplay particolarmente ispirato, nel quale ascoltare echi sia di mood degli anni '70, sia di tensioni futuriste.
Ne è scaturito un concerto che ha onorato i principi essenziali del free jazz: oltre allo spazio assoluto per l'improvvisazione di ciascuno ed alla loro pariteticità, troviamo radici che si discostano frequentemente dal sistema tonale, cifre espressive provocatorie ed assoli liberi (anche se non seguiti come nello standard delle abitudini di partecipazione al jazz da parte del pubblico).